Rassegna stampa – “Avvenire”, “Il Mattino”

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«Claudio Baglioni non fuga mai tutti i sospetti, fa crescere montagne di dubbi, sfianca chi ha superato (trovando qualcosa, però) i cavalli di frisia dell’adolescenza. Ma a volte fa cantare, e muove qualcosa dentro. Afferra per i capelli, nel mare magnum delle sue proposte di eterno scontento, la magia di una canzone riuscita, di un ritornello memorabile».

Bernardini Massimo, Avvenire, 17 novembre 1990.

«La melodia è baglioniana, ma l’arrangiamento – Pasquale Minieri e Celso Valli, i due uomini alle spalle di Baglioni, hanno fatto un lavoro magnifico – è modernissimo, luccicante di tecnologia. I testi rinnegano l’antica, banale e semplice cifra del cantautore: sarà pure lo stile del flusso di coscienza joyciano, ma Baglioni sembra piuttosto esser stato folgorato dal Battisti degli anni 80».

Vacalebre Federico, Il Mattino, 17 novembre 1990.

 

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